Traiettoria verso il cambiamento: Trionfo per Obama per i democratici e Huckabee per i repubblicani

ANTHONY M. QUATTRONE

I risultati delle primarie presidenziali dell’Iowa mandano un messaggio chiaro all’establishment politico americano: il paese vuole il cambiamento.  Il senatore dell’Illinois, Barack Obama, per i democratici e l’ex governatore dell’Arkansas, Mike Huckabee, hanno trionfato battendo per ampi margini gli avversari dei rispettivi partiti.  Entrambi hanno portato avanti programmi elettorali che mirano al cambiamento dello status quo nella politica americana.

Se si aggiunge anche il secondo posto dell’ex senatore del Nord Carolina, John Edwards, fra i democratici, il quale ha battuto di misura la senatrice di New York, Hillary Clinton, che ha ottenuto solo il terzo posto, i candidati per il cambiamento hanno fatto l’en plein.  Per il New York Times di oggi, le vittorie di Obama e Huckabee scuotono profondamente gli apparati di conservazione nei due partiti maggiori.

I risultati dell’Iowa danno a Barack Obama il 38 percento, Edwards il 30, e Clinton il 29 percento del voto fra i democratici.  I risultati dei repubblicani premiano Mike Huckabee con il 34 percento del voto, seguito dall’ex governatore del Massachusetts, Mitt Romney, con il 25 percento, e un pari merito al 13 percento per il senatore dell’Arizona, John McCain, e l’ex senatore del Tennessee, Fred Thompson. E’ da notare che l’ex sindaco di New York, Rudi Giuliani, ha ottenuto solo circa il 4 percento del voto fra gli elettori repubblicani in Iowa.  A causa della complessità del meccanismo elettorale per i caucus dell’Iowa, i risultati finali andranno confermati fra qualche giorno.

Le consultazioni elettorali dell’Iowa sorprendono non tanto per i risultati in termini di voti percentuali, che il sondaggio del Des Moines Register del 30 dicembre ha in larga parte previsto, ma piuttosto per la grande partecipazione popolare ai caucus dei due partiti.  Secondo le proiezioni, circa 221 mila democratici, e 115 mila repubblicani si sono presentati ai seggi elettorali durante una serata gelida, superando le stime che prevedevano un massimo di 125 mila democratici e 90 mila repubblicani.  Secondo molti analisti, Obama e Huckabee hanno beneficiato di questo alto numero di partecipanti perchè hanno ricevuto il voto di moltissimi “nuovi elettori”.  Se l’alto numero di elettori sarà confermato anche nelle primarie del New Hampshire il prossimo 8 gennaio, gli strateghi dei due partiti dovranno comprendere se ci si trova di fronte ad una nuova traiettoria nella politica americana: quella della rinnovata partecipazione popolare nella politica con il ritorno al voto.  I candidati dello “status quo”, come Hillary Clinton per i democratici e Rudi Giuliani per i repubblicani, dovranno riformulare le strategie elettorali per comprendere come catturare il voto di coloro che ritornano alla politica o che partecipano per la prima volta, e in particolare dovranno cercare come conquistare le simpatie degli indecisi nei loro partiti e di coloro che si definiscono “indipendenti”.

Secondo un rilevamento condotto dalla Associated Press all’entrata dei seggi elettorali in Iowa, oltre la metà degli elettori repubblicani si definivano cristiani evangelici o cristiani “rinati”, e in maggioranza esprimevano consensi per l’ex pastore battista, Mike Huckabee.  Lo stesso rilevamento presso i seggi democratici indicava che circa la metà dei democratici poneva il “cambiamento” come il fattore più importante.  Oltre la metà dei partecipanti ai caucus democratici votavano per la prima volta, e Obama ha ottenuto, secondo il rilevamento della Associated Press, oltre il 40% dei “nuovi” voti.  Fra gli elettori “veterani”, Edwards ha ricevuto il 30 percento dei consensi, mentre Obama e Clinton hanno ricevuto circa il 25 percento a testa.  Secondo il New York Times, il 60 percento degli elettori democratici sotto i 25 anni di età hanno votato per Obama, mentre il 45 percento di quelli sopra i 65 hanno votato per Clinton, indicando una potenziale divisione generazionale nel voto democratico.

Barack Obama ha tenuto un discorso definito “memorabile” dal famoso giornalista del Washington Post e vincitore del premio Pultizer, Bob Woodward, in cui avvisa l’establishment politico di Washington che “stiamo scegliendo la speranza invece della paura, stiamo scegliendo l’unità invece della divisione, e stiamo mandando un potente messaggio che il cambiamento sta arrivando in America”.

John Edwards ha riassunto i risultati dell’Iowa dichiarando che “l’unica cosa che è veramente chiaro dai risultati dei caucus di stasera è che lo status quo ha perso, e il cambiamento ha vinto.  I risultati dimostrano che il popolo americano è pronto ad eleggere un presidente che sappia affrontare l’ingordigia delle grandi corporazioni e lottare a favore delle famiglie dei lavoratori, qualcuno che saprà aggiustare un sistema che non funziona a Washington, e che porterà un vero cambiamento nel paese”.

Anche Mike Huckabee, nel discorso dinnanzi ai suoi sostenitori in festa, ha voluto ribadire il concetto del cambiamento in corso nella politica USA, dichiarando che “stasera abbiamo visto una nuova giornata nella politica americana.  Oggi abbiamo dimostrato che la politica americana è ancora nelle mani di persone come voi”.  In un’intervista con Wolf Blitzer della CNN, Huckabee considera la sua vittoria fra i repubblicani, assieme a quella di Obama fra i democratici, ed anche il secondo posto di Edwards fra questi ultimi, come un chiaro messaggio della popolazione dell’Iowa contro lo status quo di Washington.

I candidati democratici ora si preparano per lo scontro nel New Hampshire che si terrà fra quattro giorni.  Sarà interessante vedere se i sondaggi cambieranno a seguito della vittoria di Obama in Iowa.  Al momento, l’ultimo sondaggio della CNN, pubblicato il 30 dicembre, indica un vantaggio per la Clinton con il 34 percento, contro il 30 per Obama e il 17 per Edwards.  Al termine delle primarie dell’Iowa, due candidati democratici, i senatori Chris Dodd del Connecticut, e Joseph Biden del Delaware, hanno annunciato ufficialmente il ritiro delle loro candidature, ma non hanno dichiarato se appoggeranno qualcuno dei candidati rimasti in gara.

Lo scontro in casa repubblicana nel New Hampshire sarà particolarmente interessante perchè la vittoria di Huckabee in Iowa viene attribuita in larga parta al consenso che l’ex pastore battista è riuscito a guadagnare fra gli evangelici cristiani, affluiti in massa ai seggi elettorali repubblicani, ma che nel New Hampshire non hanno la stessa rilevanza politica.  Secondo l’ultimo sondaggio della CNN del 30 dicembre, nel New Hampshire McCain e Romney sono primi con un sostanziale pareggio al 29 percento, seguiti da Giuliani al 12 percento, e Huckabee quarto con solamente il 10 percento di gradimento.

I candidati repubblicani, prima di arrivare nel New Hampshire fra quattro giorni, dovranno scontrarsi anche nel Wyoming il 5 gennaio.  La direzione nazionale del partito repubblicano ha deciso punire il partito del Wyoming, riducendo di metà il numero dei delegati per la convenzione nazionale che si terrà ad agosto, perché la struttura locale del partito ha anticipato il caucus al 5 gennaio, mentre i democratici del Wyoming hanno confermato l’appuntamento dell’8 marzo.  Secondo l’Associated Press, non ci sono sondaggi che indicano chi sono i favoriti fra i repubblicani per i caucus del 5 gennaio. D’altro canto, non sembra che il voto del Wyoming faccia gola a nessuno dei candidati.

Pubblicato su Agenzia Radicale il 4 gennaio 2008.

Autore: Tony Quattrone

Tony Quattrone è stato eletto rappresentante del Partito Democratico USA in Italia dal marzo 2015 al marzo 2017 (Democrats Abroad Italy-Chair). Ora vive a Houston, Texas, dove milita nel Partito Democratico della Contea di Harris. Ha vissuto in Italia per quasi 50 anni, dove ha lavorato prima per i programmi universitari del Dipartimento della Difesa USA, e poi come Capo delle Risorse Civili del Comando NATO di Napoli. Ha pubblicato oltre 200 articoli in italiano per diverse testate (Quaderni Radicali, Il Denaro, L'Avanti, ecc.) ed è stato intervista più volte dalla RAI e altre emittenti in Italia a proposito delle elezioni USA.