Trump crea confusione fra i repubblicani

Le continue accuse di brogli e irregolarità che il Presidente Donald Trump rivolge al sistema elettorale americano rischiano di far perdere ai repubblicani la maggioranza al Senato.

Trump crea confusione fra i repubblicani insinuando che anche le elezioni del 5 gennaio 2021 saranno irregolari, in linea con le accuse che ha rivolto per le elezioni presidenziali che ha perso a novembre.


Il 5 gennaio 2021 si svolgerà il ballottaggio per due seggi di senatore in rappresentanza della Georgia, che determinerà quale partito controllerà il Senato americano. Lo scrutinio si terrà perché nessun candidato ha superato il 50% dei voti nelle elezioni del 3 novembre 2020, traguardo stabilito dalle leggi della Georgia per l’elezione al primo turno.


La campagna elettorale è in pieno svolgimento e i sondaggi confermano una sostanziale parità fra i concorrenti in gara. Nella prima competizione georgiana, il confronto è fra il democratico Jon Ossoff e il senatore uscente, il repubblicano David Perdue. Nella seconda, è fra il reverendo democratico Raphael Warnock e la senatrice uscente, la repubblicana Kelly Loeffler.


È chiaro che se Trump continua, in modo illogico, a scoraggiare i repubblicani dall’andare a votare mentre i democratici mirano a portare più persone alle urne, il risultato sarebbe scontato e devastante per i candidati repubblicani. Senza il voto dei sostenitori di Trump, è impossibile che Perdue e Loeffler possano essere riconfermati al Senato.


Si ricorda che in Georgia, uno stato a gestione repubblicana, Joe Biden ha vinto principalmente perché i democratici sono riusciti ad ottenere il sostegno delle minoranze, e in particolare sono stati premiati dal voto degli americani di origine asiatica e delle isole del Pacifico.


È ironico che Trump accusi di brogli e d’inefficienze il sistema elettorale in Georgia retto da repubblicani. Trump accusa il governatore repubblicano della Georgia, Brian Kemp, e i suoi assistenti di essere, di fatto, strumenti di poteri occulti che si annidano all’interno delle strutture pubbliche americane, il cosiddetto “deep state”, una specie di stato clandestino parallelo, teoria sostenuta dai complottisti della estrema destra di oltreoceano.


Ma vediamo perché la gara in Georgia è così importante. Ricordiamo in primo luogo che oltre ad aver vinto la Presidenza degli USA, i democratici hanno anche riconfermato la maggioranza alla Camera, dove possono contare su 222 deputati contro i 213 dei Repubblicani. Ora tocca al Senato dove, con le elezioni del 5 gennaio, se ne determinerà la maggioranza.


Facciamo qualche conto. Il Senato americano è composto da 100 senatori, ovvero due per ognuno dei 50 Stati dell’Unione. Il vice presidente degli Stati Uniti funge da presidente del Senato e, quando non si raggiunge una decisione a maggioranza, prevale il suo voto. Al momento, il nuovo Senato americano, risultante dalle elezioni dello scorso novembre, vede i repubblicani in vantaggio con 50 seggi, a seguire i democratici che, con 46 senatori propri e 2 senatori indipendenti, formano un’alleanza che al momento conta su 48 senatori. I senatori rimangono in carica per sei anni e ogni due anni si rinnova un terzo dei seggi.

Nella foto: i candidati democratici Raphael Warnock e Jon Ossoff durante un comizio a Marietta, Georgia, il 15 novembre 2020
(foto: Brynn Anderson – AP)


I due senatori che mancano all’appello saranno eletti, appunto, con il ballottaggio che si svolgerà in Georgia il 5 gennaio. Per ottenere la maggioranza, ai repubblicani basterà vincere uno solo dei due seggi in palio. Invece, i democratici dovranno vincere entrambi i seggi per raggiungere quota 50 e poi avvalersi del voto del vice presidente Kamala Harris per avere la maggioranza.


La strategia governativa di Joe Biden e Kamala Harris sarà fortemente influenzata da chi avrà il controllo del Senato. Se vincono i repubblicani, Biden e Harris dovranno governare nell’ottica del compromesso e sarebbe estremamente difficile mettere in atto molti dei programmi sociali proposti durante la campagna elettorale. Con la vittoria in Georgia, invece, si avrebbe il controllo dell’intero Congresso con la conseguente attuazione di larga parte del programma elettorale.


Cosa farà Trump durante il mese che manca all’appuntamento elettorale? Cercherà di aiutare il suo partito nel conservare il controllo del Senato, oppure continuerà a sparlare delle elezioni e divulgare maldicenze sul sistema elettorale americano, con il rischio di scoraggiare gli elettori repubblicani della Georgia dal partecipare al voto del prossimo 5 gennaio?


Per il momento, l’unica certezza è che Trump sta seminando confusione fra gli elettori repubblicani e un misto di rabbia e rassegnazione fra i dirigenti del suo partito.

Articolo pubblicato da “Il Denaro” il 7 dicembre 2020