Su nove giudici, uno è dimissionario e 5 hanno superato settanta anni d’età
Anthony M. Quattrone
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, potrà influenzare la composizione della Corte Suprema americana per il prossimo ventennio attraverso la probabile sostituzione di diversi giudici che, durante il suo mandato, potranno decidere di ritirarsi per motivi d’età. Dei nove giudici che compongono la Corte Suprema, quattro sono settantenni, mentre uno ha raggiunto gli 89 anni d’età. In America, i giudici della massima Corte hanno dei mandati a vita, su nomina del Presidente, con la conferma del Senato. La Corte è abitualmente chiamata ad interpretare le leggi riguardanti temi etici, quelli sui diritti civili, e quelli sui rapporti fra le diverse istituzioni e apparati dello Stato.
Il primo giudice da sostituire è David Souter, sessantanove anni, il quale ha annunciato le sue dimissioni il primo maggio. Il presidente repubblicano George H. W. Bush aveva nominato Souter alla Corte Suprema nel 1990, perchè era convinto che il giudice fosse un “conservatore puro”. Durante il corso degli ultimi anni, tuttavia, Souter ha votato diverse volte assieme alla minoranza progressista nella massima Corte, specialmente sui temi inerenti ai poteri presidenziali, la pena capitale, l’aborto, e i diritti delle minoranze. Pertanto, la scelta di Obama, il quale sarà sicuramente orientato verso un progressista, non dovrebbe alterare l’attuale equilibrio politico della Corte, dove i conservatori sono la maggioranza. Sette giudici nominati da presidenti repubblicani e due dal democratico, Bill Clinton, compongono l’attuale Corte Suprema.
Il sistema della separazione dei poteri e del loro bilanciamento, prevista dai Padri fondatori della Costituzione americana, assegna alla Corte un ruolo che dovrebbe, almeno in teoria, esimersi dalla politica corrente. La Corte dovrebbe, in sostanza, fungere da massimo rappresentante del potere giudiziario, equilibrando quello dell’esecutivo diretto dal Presidente, e di quello legislativo del Congresso, interpretando e applicando il diritto federale.
Gli organi d’informazione americani speculano sulla possibile scelta di Obama citando le dichiarazione fatte durante la campagna elettorale per le presidenziali del 2008. Obama sostenne, lo scorso ottobre, che per la nomina di un giudice per la Corte Suprema, avrebbe scelto “qualcuno che rispettasse la legge, che non credesse che il suo ruolo è di legiferare, che avesse anche un’idea di quello che sta succedendo nel mondo reale, e che riconoscesse che uno dei ruoli principali delle corti è proteggere chi non ha una voce”.
Durante una conferenza stampa tenuta il primo maggio, Obama ha spiegato che sceglierà qualcuno “che ha non solo una mente brillante e indipendente, con un’esperienza marcata dall’eccellenza e dall’integrità, ma che manifesta anche la qualità dell’empatia”. Obama cerca qualcuno che “capisce che la giustizia non è un’astratta teoria legale o una nota in fondo ad una pagina in un libro di casi giudiziari”. Il presidente vorrebbe qualcuno che capisce come la giustizia e le leggi influenzano la realtà quotidiana delle persone comuni, impegnate a guadagnare da vivere per sostenere le proprie famiglie. Obama cerca, in breve, una persona compassionevole nei confronti dell’americano comune.
I commentatori americani cercano di capire le intenzioni di Obama anche attraverso quanto il presidente ha scritto nel suo libro, “L’audacia della speranza”. Obama sostiene nel suo libro che la Costituzione americana “è un documento vivo che rappresenta una mappa in cui sposiamo la passione con la ragione, gli ideali della libertà individuale con le necessità della comunità”. Quattro anni fa, durante le audizioni del Senato per la conferma dell’attuale presidente della Corte Suprema americana, John Roberts, Obama lo criticò per aver assimilato il ruolo del giudice a quello di un arbitro. Per Obama, Roberts dimostrava una certa assenza d’empatia e compassione. Secondo il presidente, che è stato anche professore universitario di diritto costituzionale, usando l’intelletto si può comprendere il novantacinque percento dei casi giudiziari, mentre nell’altro cinque percento, “si deve guardare dentro il cuore del giudice”.
Obama sembrerebbe indirizzato verso la nomina di una donna al posto del giudice Souter, portando a due il numero dei magistrati di sesso femminile. La rosa dei candidati include le giudici delle corti d’appello federali Sonia Sotomayor, Diane Wood, e Kim McLain Wardlaw, la presidentessa della Corte suprema della Georgia, Leah Ward Sears, e l’ex rettore della facoltà di legge di Harvard, Elaine Kagan. La Sotomayor e la Wardlaw sono di discendenza ispanica, mentre la Sears è un’afro-americana.
Molti gruppi conservatori vorrebbero tentare di bloccare la nomina di un progressista alla Corte Suprema. Tuttavia, non sembra che ci sarà una battaglia nel Senato per la sostituzione di Souter, perchè i democratici hanno ora la maggioranza assoluta nel Senato, con la recente trasformazione politica del senatore della Pennsylvania, Arlen Specter, da repubblicano a democratico. Con la maggioranza assoluta di 60 senatori contro 40, i democratici possono bloccare qualsiasi tentativo d’ostruzionismo parlamentare da parte della minoranza conservatrice. A Obama la scelta.