Usa, prove tecniche di scontro politico

Anthony M. Quattrone

U.S. Appeals Court Judge Sonia Sotomayor (L) speaks after U.S. President Barack Obama announced her as his choice of nomination for the Supreme Court justice, to replace retiring Justice David Souter in the East Room at the White House, May 26, 2009. Obama nominated Sotomayor to the U.S. Supreme Court on Tuesday, selecting a woman who would be the court's first Latino. Obama's choice of the liberal Sotomayor, a 54-year-old judge on the 2nd U.S. Circuit Court of Appeals in New York, was unlikely to change the ideological balance of the high court because Souter, 69, was part of the panel's liberal wing. REUTERS/Larry Downing (UNITED STATES CRIME LAW POLITICS)
U.S. Appeals Court Judge Sonia Sotomayor (L) speaks after U.S. President Barack Obama announced her as his choice of nomination for the Supreme Court justice, to replace retiring Justice David Souter in the East Room at the White House, May 26, 2009. Obama nominated Sotomayor to the U.S. Supreme Court on Tuesday, selecting a woman who would be the court's first Latino. Obama's choice of the liberal Sotomayor, a 54-year-old judge on the 2nd U.S. Circuit Court of Appeals in New York, was unlikely to change the ideological balance of the high court because Souter, 69, was part of the panel's liberal wing. REUTERS/Larry Downing (UNITED STATES CRIME LAW POLITICS)

Il presidente americano, Barack Obama, di ritorno dal recente viaggio in Normandia, dove ha partecipato alla commemorazione del 65esimo anniversario del D-Day, è impegnato sul fronte domestico nel portare avanti, contemporaneamente, diversi progetti che sono parte integrante della sua politica di cambiamento. Obama vorrebbe, prima della sosta estiva del 7 agosto del Congresso, ottenere l’approvazione della nomina della giudice Sonia Sotomayor alla Corte Suprema, far partire il progetto di legge per la riforma sanitaria, riformare il sistema di remunerazione dei top manager aziendali e dare impulso alle misure approvate lo scorso febbraio dal Congresso per risollevare l’economia americana.

Mentre la riforma sanitaria, la riforma del sistema di remunerazione dei manager e gli interventi economici rientrano nel normale gioco di maggioranza e opposizione, e le differenze fra gli schieramenti sono ben note agli americani, il dibattito sulla nomina della giudice Sotomayor potrebbe essere particolarmente rischioso per i repubblicani, a causa delle origini ispaniche del magistrato.

Molti senatori repubblicani non gradiscono alcune posizioni progressiste della Sotomayor, ma al contempo non vogliono apparire contrari, a priori, alla nomina di un giudice di origini ispaniche. Il voto ispanico è in crescita negli Stati Uniti e il Partito repubblicano è ben consapevole che non può estraniare una larga parte dell’elettorato attraverso una dura campagna contro la Sotomayor. La commissione giustizia del Senato dovrebbe iniziare il 13 luglio il lavoro di verifica delle qualifiche della giudice Sotomayor, esaminando centinaia di decisioni che ha preso durante la sua carriera nelle corti federali. La commissione avrà anche la possibilità di intervistarla pubblicamente. Una volta concluso il suo lavoro, la commissione può mandare al Senato la nomina della Sotomayor, per permettere all’alta camera di esprimersi attraverso il voto. In caso di conferma, la Sotomayor diventerebbe la prima persona di origini ispaniche a far parte della Corte e la terza donna, dopo Sandra Day O’Connor e Ruth Bader Ginsburg, a farne parte.

Se per i democratici la nomina della Sotomayor porta ulteriore pluralismo e rappresentatività alla Corte Suprema, per i repubblicani c’è il rischio che si vada verso un “attivismo giudiziario”, non gradito alla destra repubblicana. Diverse organizzazioni della destra religiosa Usa hanno inviato richieste ai senatori repubblicani di utilizzare l’ostruzionismo parlamentare per bloccare la nomina della Sotomayor, in particolar modo a causa delle sue posizioni a favore della libertà di scelta in tema di aborto. Per portare avanti con successo l’ostruzionismo parlamentare, i repubblicani dovrebbero votare compatti e riuscire a convincere almeno nove senatori democratici a rompere le righe con i compagni di partito. Al momento non sembra che i repubblicani abbiano i numeri a disposizione per bloccare la nomina attraverso l’ostruzionismo parlamentare.

Nel frattempo, la leadership repubblicana, preoccupata per l’effetto negativo che una forte campagna contro la Sotomayor può avere sul partito, ha cercato di focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle qualifiche della giudice, piuttosto che sulle sue origini ispaniche. Il leader repubblicano al Senato, Mitch McConnell, ha dichiarato che “i senatori repubblicani tratteranno la giudice Sotomayor in un modo corretto, ma esamineremo in modo esaustivo la sua storia per assicurarci che capisce bene che il ruolo di un giudice nella nostra democrazia è di applicare la legge in modo equo, indipendentemente dai suoi sentimenti o dalle sue preferenze personali o politiche”. Diversi senatori repubblicani accusano la Sotomayor di non essere obiettiva nelle sue decisioni, ma di lasciarsi influenzare dalle proprie opinioni personali e politiche.

Le nomine dei giudici alla Corte Suprema sono a vita e, probabilmente, visto l’avanzata età dei giudici attualmente in servizio, il presidente Obama avrà la possibilità di nominarne alcuni durante il periodo della sua presidenza. Nell’attuale Corte cinque giudici sono considerati conservatori e quattro progressisti. La Sotomayor, se confermata, andrà a sostituire David Souter, un giudice progressista, che andrà in pensione il 30 giugno 2009. Pertanto, l’attuale orientamento conservatore della Corte, con l’eventuale arrivo della Sotomayor, non cambierà.

Secondo molti osservatori, democratici e repubblicani stanno usando la nomina della Sotomayor come prova generale per la prossima volta, quando, probabilmente, Obama sarà chiamato a sostituire un giudice conservatore. In quella occasione, l’inquilino della Casa Bianca tenterà di nominare un progressista, alterando l’orientamento della Corte, e allora ci sarà una vera battaglia. Per ora siamo solo alle prove generali.

Autore: Tony Quattrone

Tony Quattrone è stato eletto rappresentante del Partito Democratico USA in Italia dal marzo 2015 al marzo 2017 (Democrats Abroad Italy-Chair). Ora vive a Houston, Texas, dove milita nel Partito Democratico della Contea di Harris. Ha vissuto in Italia per quasi 50 anni, dove ha lavorato prima per i programmi universitari del Dipartimento della Difesa USA, e poi come Capo delle Risorse Civili del Comando NATO di Napoli. Ha pubblicato oltre 200 articoli in italiano per diverse testate (Quaderni Radicali, Il Denaro, L'Avanti, ecc.) ed è stato intervista più volte dalla RAI e altre emittenti in Italia a proposito delle elezioni USA.