Anthony M. Quattrone
Il movimento “Tea Party” ha ottenuto diverse vittorie nelle primarie del partito repubblicano che si sono svolte negli ultimi mesi per scegliere i candidati da contrapporre ai democratici per le elezioni del prossimo novembre per il rinnovo del Congresso . Il movimento, che si colloca nella generale area conservatrice, è ancora un “lavoro in corso”, che, anche per merito della sua struttura completamente decentralizzata, senza gerarchie e senza leader nazionali, è diventato una vera spina nel fianco dell’establishment del partito repubblicano. Per le personalità repubblicane che attualmente occupano posizioni di potere nel partito è difficile co-optare le istanze del movimento perché nel Tea Party non esistono leader, nel senso tradizionale, con cui discutere e negoziare. I successi dei candidati del Tea Party nelle primarie preoccupano la leadership repubblicana in primo luogo perché le proposte e il linguaggio del movimento potrebbero spaventare la base elettorale tradizionale del partito e i moderati non schierati, favorendo così i candidati democratici, e perché, anche se i repubblicani riuscissero ad ottenere la maggioranza al Congresso, si troverebbero divisi in correnti in forte contrapposizione fra loro.
La struttura del Tea Party è quella di un movimento aperto, tenuto assieme da pochi punti fondamentali che ruotano attorno a due pilastri: la necessità di limitare il peso della tassazione, e quella di imporre severi limiti al potere del governo federale. Il Tea Party usa l’Internet come primario mezzo di comunicazione, dove il dibattito interno del movimento, così come le comunicazioni di servizio, avvengono in tempo reale, a costi irrilevanti, con larga partecipazione, e con la capacità di raggiungere ogni angolo del Paese. Il decalogo dei principi fondamentali del Tea Party è stato formulato, recentemente, attraverso la Rete, permettendo a coloro che s’identificano nel movimento, di esprimere un parere, metterlo a confronto con quello degli altri, e poi votare le priorità. Fra i dieci punti più votati in Rete, spicca la necessità di controllare la legittimità del Congresso in ogni suo atto legislativo, seguito da una serie di proposte atte a ridurre gli sprechi federali, controllare le spese governative, e, di conseguenza, ridurre le tasse. Quasi tutti i punti sono collegati alle questioni economiche, evitando accenni a questioni prettamente sociali o squisitamente politiche, spostando la visione del conservatorismo economico molto più verso il liberismo estremo, rispetto a quella abbracciata dai repubblicani tradizionali. Leggi tutto l’articolo