In un maldestro tentativo di ribaltare i risultati delle elezioni presidenziali dello scorso novembre, Donald Trump ha praticamente ordinato al Segretario di Stato della Georgia, il repubblicano Brad Raffensperger, di sovvertire i risultati “trovando 11.780 voti”. Si ricorda che il democratico Joe Biden ha vinto per 11.799 voti.
In una registrazione di una telefonata del 2 gennaio 2021, pubblicata online dal Washington Post oggi, si può ascoltare Trump “ordinare” a Raffensperger e al suo consigliere Ryan Germany di “trovare” i voti necessari per sovvertire il risultato ufficiale.
Si ricorda che Trump e i suoi consiglieri avevano già contestato più volte i risultati della Georgia, così come quelli di altri stati, uscendo sconfitti in ogni occasione. Hanno perso sia nei tribunali sia nella riconta dei voti, come è successo proprio in Georgia, uno Stato amministrato dai repubblicani.
Le minacce di Trump potrebbero avere delle conseguenze legali di notevole portata. Nella registrazione si sente un irato Trump che allude a possibili conseguenze nel caso in cui il Segretario di Stato della Georgia rifiuti di sostenere le infondate accuse di brogli elettorali. La minaccia più grave è arrivata quando Trump chiaramente avverte Raffensperger che se non avesse ribaltato i risultati delle elezioni, avrebbe corso “un grande rischio”. Era in linea anche il Capo dello Staff del presidente, Mark Meadows.
Raffensperger e Germany non hanno esitato a contrastare ogni accusa di Trump, ribadendo la correttezza della consultazione georgiana, non cedendo alle accuse, alle lusinghe, ai rimproveri o alle minacce. Hanno più volte ribadito che le informazioni in possesso del Presidente non erano corrette.
Il 5 gennaio 2021 si terranno in Georgia il ballottaggio per due seggi al Senato. Ai repubblicani basterà vincere uno dei due seggi per tenere un’esigua maggioranza di 51 a 49 voti. Se i democratici riuscissero a vincere entrambi seggi, si avrebbe un pareggio di 50 a 50, con il voto decisivo che passerebbe al vice presidente Kamala Harris.
Versione aggiornata pubblicata da “Il Denaro” il 5 gennaio 2021