Obama all’attacco dei soldi di “plastica”

Anthony M. Quattrone

US President Barack Obama signs the Credit Card Accountability, Responsibility and Disclosure (CARD) Act, surrounded by lawmakers, in the Rose Garden at the White House. Obama Friday signed sweeping credit card reforms into law, aiming to shield consumers from predatory fees and shock rate hikes, despite complaints from the industry. (AFP/Nicholas Kamm)
US President Barack Obama signs the Credit Card Accountability, Responsibility and Disclosure (CARD) Act, surrounded by lawmakers, in the Rose Garden at the White House. Obama Friday signed sweeping credit card reforms into law, aiming to shield consumers from predatory fees and shock rate hikes, despite complaints from the industry. (AFP/Nicholas Kamm)

Il presidente americano Barack Obama è partito all’attacco del sistema dei soldi di “plastica”, come sono chiamate le carte di credito sull’altra sponda dell’Atlantico.  Oggi (ndr: venerdì, 22 maggio 2009), alle 21 ore italiane, durante una cerimonia ufficiale alla Casa Bianca, dovrebbe firmare una legge approvata questa settimana dal Congresso per garantire più trasparenza e maggior controllo nell’emissione delle carte di credito.

Le nuove regole, che andranno in vigore nel febbraio del 2010, prevedono un periodo di preavviso di 45 giorni, con una comunicazione chiara e semplice, per qualsiasi aumento degli interessi a debito o nuove penali per il cliente.  E’ previsto anche l’obbligo da parte degli istituti finanziari di rendere più trasparenti e comprensibili tutte le condizioni per l’erogazione di una carta di credito, e l’eliminazione di alcune clausole vessatorie.  La legge approvata dal Congresso prevede anche misure contro le attività di marketing nei confronti di ragazzi sotto 21 anni d’età, obbligando gli istituti finanziari alla maggiore prudenza nell’emissione delle carte di credito.

Sono oltre 700 milioni le carte di credito in circolazione negli Stati Uniti.  In media, ogni cittadino americano ha 2,3 carte di credito a testa.  Il settantotto percento delle famiglie americane ne ha almeno una.  Le famiglie in ritardo nei pagamenti per gli acquisti fatti con una carta di credito, hanno, in media, 5.700 euro di debito nei confronti degli istituti finanziari.  Secondo la Federal Reserve, gli americani hanno un debito attivo di quasi 1.900 miliardi d’euro, con l’esclusione dei mutui sulle case.  Al 31 marzo 2009, il debito per le sole carte di credito è pari a ben 730 miliardi.  In breve, escludendo il debito pubblico, ogni cittadino americano, adulto o bambino, occupato o disoccupato, ha, in media, un debito personale che si aggira attorno ai sei mila euro, non contando il debito dovuto per i mutui per l’acquisto degli immobili.

La facilità con cui si poteva ottenere, fino a poco tempo fa, una carta di credito negli Usa, ha creato una vera dipendenza se non addirittura un’assuefazione da parte dei consumatori americani, nei confronti dei soldi di plastica.  Le organizzazioni dei consumatori hanno spesso lamentato che gli allegati dei contratti per l’emissione delle carte, fossero poco trasparenti, inique e piene di clausole vessatorie.  In caso di ritardato pagamento, scattano forti penali e un generale innalzamento dei tassi d’interesse.  I documenti contrattuali sono scritti in un linguaggio indecifrabile per un cittadino medio americano, usando un carattere minuscolo, illeggibile ad occhio nudo. I contratti sono lunghissimi, scritti con tante parti, da scoraggiare la lettura anche da parte di un professore di economia.  Il 23 aprile 2009, il presidente Obama, dopo un incontro alla Casa Bianca con i rappresentanti dei maggiori istituti finanziari, ha stabilito alcune priorità per la riforma del sistema delle carte di credito.  Il presidente ha chiesto, appunto, l’uso di un linguaggio semplice, con caratteri di stampa più leggibili, e l’eliminazione di molte clausole vessatorie nei contratti per l’erogazione di una carta. Leggi tutto l’articolo