Ottimismo e opposizione

Anthony M. Quattrone

U.S. President Barack Obama, sitting next to 5-year old Nick Aiello (L), gets a high five from fan Miles Rawls at the Washington Wizards NBA basketball game against the Chicago Bulls in Washington February 27, 2009. Reuters/Molly Riley (United States)
U.S. President Barack Obama, sitting next to 5-year old Nick Aiello (L), gets a high five from fan Miles Rawls at the Washington Wizards NBA basketball game against the Chicago Bulls in Washington February 27, 2009. Reuters/Molly Riley (United States)

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, continua a macinare terreno, e, a poco più di un mese dal suo insediamento, ha disegnato una traiettoria che dovrebbe portare l’America fuori dalla crisi economica, o almeno così sperano gli americani.  Sull’onda del successo che il giovane presidente ha ottenuto la settimana scorsa con l’approvazione da parte del Congresso del pacchetto di misure per stimolare l’economia, dal costo di 787 miliardi di dollari, Obama ha spinto legislatori, sindacalisti e imprenditori, durante un summit del 23 febbraio, ad intraprendere azioni che possono garantire più responsabilità e trasparenza da parte del settore pubblico nel campo della spesa. Lo stesso giorno, Obama ha chiesto ai 50 governatori di spendere in modo saggio i fondi che sarebbero arrivati dal pacchetto di misure approvate la settimana scorsa.  La settimana scorsa, Obama ha fatto lo stesso invito ai sindaci di 80 città.

Nel suo primo discorso alle camere riunite il 24 febbraio, Obama ha detto che “il peso della crisi non determinerà il destino del paese: le risposte ai nostri problemi non sono fuori dalla nostra portata. Le risposte sono nei laboratori e nelle università, nei nostri campi e nelle nostre fabbriche, nell’immaginazione dei nostri imprenditori e nell’orgoglio dei nostri lavoratori — i migliori del mondo. Queste qualità hanno fatto dell’America la più grande forza di progresso e di prosperità nella storia umana. Ora il paese deve unire le sue forze e affrontare le sfide, ancora una volta assumendosi le responsabilità del proprio futuro”.  Obama ha voluto, ancora una volta, presentare una visione ottimista, anche se realistica, per il futuro del paese.  La frase che rimbomba di più tra gli organi di informazione americani, quasi come uno slogan pubblicitario, è: “Ricostruiremo, ci riprenderemo e gli Stati Uniti d’America usciranno da questa crisi più forti che mai”.  L’America in questo momento non è in campagna elettorale, e tutti, democratici e repubblicani, nel rispetto dei ruoli di maggioranza e minoranza, si augurano, per il bene dell’America, che Obama abbia successo.  L’ottimismo, senza negare le gravi difficoltà della crisi in corso, è uno stimolo, già in sé, per l’economia.

Il presidente del consiglio italiano, Silvio Berlusconi, ha provato in diverse occasioni a tirare su il morale degli italiani a proposito della crisi economica e delle prospettive future dell’Italia, parlando di un paese positivo e capace di rialzarsi.  Il 21 gennaio 2009, il settimanale Panorama riferiva un discorso in cui Berlusconi dichiarava che “la situazione italiana non è così drammatica come tutti pensano” e che per “questo l’unica paura che dobbiamo avere è di avere troppa paura”, invitando gli italiani a non ridimensionare i consumi, per non aggravare ulteriormente la situazione.  Il presidente ha anche rilasciato diverse interviste negli ultimi giorni in cui ha lodato la propensione degli italiani verso il risparmio, l’intelligenza delle banche italiane a non invischiarsi in strumenti finanziari “tossici”, e la generale tenuta del paese rispetto alla crisi che sta attanagliando le economie di molti paesi.  L’esponente del partito democratico, Pier Luigi Bersani, Ministro dello Sviluppo Economico nell’ultimo Governo Prodi, critica l’ottimismo di Berlusconi, dichiarando che “la lettura che punta a minimizzare la gravità della crisi economica è inaccettabile”. Leggi tutto l’articolo