New York più forte di prima

Anthony M. Quattrone
Nella strategia dei terroristi, l’attacco dell’11 settembre doveva sortire un effetto devastante sugli Stati Uniti e sul mondo occidentale nel suo complesso. Doveva creare un effetto a catena mirante a destabilizzare il modo di vivere in occidente, le alleanze internazionali, l’economia, in breve, doveva fungere da principale tassello in una guerra non lineare e asimmetrica contro il mondo occidentale.  La reazione a catena non c’è stata.  Il mondo occidentale, 5 anni dopo gli attacchi, è vivo ed è forse più forte di prima nell’affrontare il buio del fondamentalismo islamico.

E’ la mia città, New York, non Washington, la capitale della riscossa occidentale all’attacco di 5 anni fa.  New York è rimasta multietnica, multinazionale, multireligiosa, e multilinguistica, come prima del settembre 2001, e forse ancora più di prima. E’ la città dove, passeggiando per pochi isolati si incontrano tutte le razze, tutte le nazionalità, tutte le lingue, e si sentono gli odori delle cucine etniche di tutto il mondo.  E’ la città dove portare un turbante, o un fez, o un semplice cappello da baseball è la normalità più assoluta.  E’ la città dove oltre il 36% degli abitanti sono nati all’estero.  Così come 26% dei 2.752 morti nell’attacco al World Trade Center erano nati all’estero, provenendo da 91 paesi.  New York era e rimane la città più cosmopolita, internazionale, tollerante ed aperta alla diversità.  Questa è la migliore risposta al terrorismo islamico.

Il sindaco di New York, Rudolph Giuliani, pochi giorni dopo l’attacco, rispondendo alle domande di cosa si poteva fare per New York, rispose “venite a spendere i vostri soldi qui, venite come turisti”, e la gente è venuta, rispondendo in massa all’appello, da tutti gli Stati Uniti e da tutto il mondo.  L’attuale sindaco, Michael Bloomberg, nel comunicato stampa per le celebrazioni del quinto anniversario, riassume magistralmente che “cinque anni fa, la parte migliore dell’umanità, alimentata dalla nostra riverenza per la libertà e in difesa dell’umanità, la civiltà, e la libertà, si erse contro la parte peggiore.  Ricorderemo, ricostruiremo, e andremo avanti con la fiducia di un popolo libero”.  Questa è New York.

Pubblicato sull’Avanti! del 10 settembre 2006