Ottimismo Obama Style

Sanità ed economia: Barack va avanti 

President Barack Obama arrives on the South Lawn of the White House in Washington, Thursday, Feb. 5, 2009. (AP Photo/Gerald Herbert)
President Barack Obama arrives on the South Lawn of the White House in Washington, Thursday, Feb. 5, 2009. (AP Photo/Gerald Herbert)

Anthony M. Quattrone

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha firmato mercoledì una legge approvata dal Congresso per garantire la copertura sanitaria ad oltre quattro milioni di bambini i cui genitori hanno perso il lavoro o guadagnano troppo poco per pagare un’assicurazione privata.  La legge espande la copertura già garantita a quasi sette milioni di bambini attraverso la State Children’s Health Insurance Program (il programma statale per l’assicurazione sanitaria dei bambini), e sarà finanziata principalmente attraverso la tassazione del tabacco.  Un pacchetto di sigarette negli Stati Uniti costa, in media, un dollaro, di cui circa 60 centesimi vanno all’erario.  Il presidente Obama ha dichiarato di rifiutare “che milioni di bambini americani non raggiungono il pieno potenziale, perché noi falliamo nel soddisfare i loro bisogni primari.  In una società decente, ci sono alcuni obblighi che non sono merce di scambio od oggetti di negoziato, e la salute dei nostri bambini è uno di quegli obblighi”.   

L’estensione della copertura sanitaria per tutti gli americani è stato uno degli elementi fondamentali della campagna politica dei democratici durante le ultime elezioni presidenziali.  Obama mirava ad includere una proposta per riformare l’intero sistema della copertura sanitaria durante i suoi primi 100 giorni alla presidenza, ma ha dovuto fare i conti con due grossi ostacoli, vale a dire, l’attuale crisi economica e il ritiro della candidatura della persona che aveva scelto come ministro della salute, Tom Daschle, ex capogruppo democratico al Senato.  Daschle, che ha dovuto farsi da parte martedì a causa di alcuni problemi con il fisco, era, secondo molti osservatori, l’uomo giusto per portare avanti la riforma, ma la promessa elettorale di Obama ,di non assegnare posti nel suo governo a persone legate alle lobby o che avessero problemi a carattere etico, ha obbligato il candidato al dicastero della salute a ritirarsi.  Pertanto, l’approvazione della legge per estendere la copertura sanitaria ad altri quattro milioni di bambini, permette ad Obama di fare un passo in avanti nel mantenere la promessa elettorale, anche a fronte del contrattempo nella nomina del ministro.

Obama è al lavoro per cercare consensi fra i senatori repubblicani per approvare il pacchetto di misure per stimolare l’economia, che dovrebbe andare all’approvazione del Senato entro la fine della prossima settimana, indicando che non è contrario ad alcune proposte per la riduzione delle tasse.  Il presidente, tuttavia, ha riconfermato la sua opinione che le teorie economiche proposte dai repubblicani hanno fallito in passato, hanno portato il paese all’attuale crisi, e “sono state bocciate dagli elettori americani a Novembre, quando hanno votato in modo consistente per il cambio di rotta”.

Mentre aspetta il completamento dell’iter legislativo per le misure economiche, Obama cerca consenso popolare attaccando i salari dei manager delle industrie in crisi, che hanno ricevuto o riceveranno l’assistenza federale, ponendo il limite di $500 mila (circa 380 mila euro) sull’ammontare della loro remunerazione annuale.  Obama ha dichiarato che “questa è l’America, noi non critichiamo la ricchezza.  Quello che fa giustamente arrabbiare i cittadini, è quando alcuni manager sono premiati per aver fallito, specialmente quando quei premi sono finanziati dai contribuenti americani”.  Secondo Obama, quando un top manager di un’industria sull’orlo del fallimento si auto-premia con una remunerazione stratosferica nel corso di una crisi economica, “non solo è di cattivo gusto, ma è anche una cattiva strategia, ed io, come presidente, non lo tollererò”.

E’ ancora troppo presto per valutare se le politiche di Obama avranno un effetto duraturo e positivo sull’economia americana.  Una cosa è certa, il nuovo presidente è dinamico ed è attento nel recepire i sentimenti degli americani.  Le traiettorie intraprese, che sembrano combinare il libero mercato con l’attenzione dello stato per i più deboli, sicuramente caratterizzeranno la sua presidenza.  Ora si dovrà capire se il momento è quello giusto per effettuare rilevanti riforme nel mercato e nel sistema sociale, a fronte di una crisi di enormi dimensioni.  Un giornale americano ha notato che già l’ottimismo e la dinamicità di Obama sono ottimi stimoli per l’economia, e questi due stimoli sono a costo zero.

Pubblicato sull’ Avanti! del 6 febbraio 2009 in prima pagina.

Autore: Tony Quattrone

Tony Quattrone è stato eletto rappresentante del Partito Democratico USA in Italia dal marzo 2015 al marzo 2017 (Democrats Abroad Italy-Chair). Ora vive a Houston, Texas, dove milita nel Partito Democratico della Contea di Harris. Ha vissuto in Italia per quasi 50 anni, dove ha lavorato prima per i programmi universitari del Dipartimento della Difesa USA, e poi come Capo delle Risorse Civili del Comando NATO di Napoli. Ha pubblicato oltre 200 articoli in italiano per diverse testate (Quaderni Radicali, Il Denaro, L'Avanti, ecc.) ed è stato intervista più volte dalla RAI e altre emittenti in Italia a proposito delle elezioni USA.

2 pensieri riguardo “Ottimismo Obama Style”

  1. Tony, sono d’accordo con le misure di cararttere sociale che il Presidente Obama ha fatto, però limitare lo stipendio annuale di un top manager a € 380.000,00 mi sembra non giusto. Era sbagliato prima dare loro tutti quei soldi ma ora, forse, si corre il rischio di incorrere nell’errore opposto. Infatti uno dei motivi per cui vengono corrotti coloro che sono ai vertici di importanti istituti è proprio uno stipendio molto basso. Ciao, Enzo.

    1. Caro Enzo, penso che sia doveroso mettere un limite solo nel caso di quei manager di ditte e industrie che hanno preso soldi dallo stato per il loro salvataggio – negli altri casi, si deve lasciare la determinazione delle remunerazioni al mercato e al merito. nel frattempo, i contribuenti americani sono stufi di pagare, con i soldi dell’erario, gli stipendi a quei manager che, forse sono responsabili del fallimento delle industrie e ditte che guidano.

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