Obama: Rebus Guantanamo

Anthony M. Quattrone, Ph.D.

Guantanamo e tortura sono in contrasto con la Costituzione Americana.
Guantanamo e tortura sono in contrasto con la Costituzione Americana.

Il presidente eletto degli Stati Uniti, Barack Obama, ha promesso durante la campagna elettorale che avrebbe chiuso il carcere di Guantanamo, dove oggi sono detenute 248 persone, fra combattenti illegali, terroristi, o presunti tali.  Secondo alcuni suoi stretti collaboratori, Obama, potrebbe firmare, già durante il primo giorno da presidente, l’ordine esecutivo che darebbe via allo smantellamento della struttura carceraria sull’isola cubana.  Durante la recente campagna elettorale, Obama e il senatore dell’Arizona, John McCain, il candidato repubblicano alla presidenza, avevano anche preso una posizione molto decisa contro qualsiasi forma di tortura esercitata, o presumibilmente esercitata, dal governo americano nei confronti di quei detenuti sospettati di essere legati al terrorismo mondiale.

Il governo uscente del presidente George W. Bush ha sempre negato che l’amministrazione abbia permesso o tollerato qualsiasi tipo di tortura, ma ammette che alcuni prigionieri hanno subito interrogatori molto forti, e che questi trattamenti sono stati e sono giustificati dalla necessità di salvare vite di innocenti cittadini americani.

Bush autorizzò la creazione di un sistema di commissioni militari nel novembre 2001, due mesi dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre, per giudicare combattenti illegali e persone sospettate di terrorismo catturati nel corso di operazioni militari americane all’estero, a partire dalla guerra in Afghanistan, iniziata nell’ottobre 2001, e trasferiti nella base americana di Guantanamo.  Circa 520 prigionieri sono stati rilasciati dal 2002 ad oggi, senza subire un processo.  Fra i 248 prigionieri ancora presenti a Guantanamo, solo 18 sono stati formalmente incriminati, e nei loro confronti si è aperta una procedura processuale.  Gli USA stanno negoziando con diversi paesi amici come e a chi rilasciare circa 150 prigionieri che non rappresenterebbero particolari problemi per la sicurezza americana, mentre è incerto cosa succederà a circa 80 detenuti che sono considerati particolarmente pericolosi dalle autorità statunitensi.

Lo status legale della detenzione dei prigionieri a Guantanamo e le notizie trapelate sui metodi usati per condurre gli interrogatori hanno creato un profondo disagio in ampi settori della società civile americana, e, in primo luogo, fra i giudici della Corte Suprema.  L’imbarazzo di politici, intellettuali, giudici, semplici cittadini, e degli stessi militari americani, si scontra con una concezione pragmatica, ma moralmente molto dubbia, sostenuta dal governo Bush, che si racchiude nella certezza che dal 2001 ad oggi non ci sono stati nuovi attacchi terroristici in territorio americano.

La Corte Suprema ha decretato, nel giugno 2006, che le procedure seguite a Guantanamo e dalle commissioni militari non erano in conformità con le leggi americane e i trattati internazionali.  Il Congresso americano, a maggioranza repubblicana, rispose immediatamente all’iniziativa della massima corte, approvando nuove leggi per legalizzare l’uso delle commissioni militari.  In seguito, la Corte Suprema ha decretato nel giugno 2008 che i detenuti di Guantanamo hanno il diritto di essere protetti dalla Costituzione Americana e, pertanto, hanno anche accesso alle corti civili americane.

Il giudice Susan J. Crawford, nominata dal governo Bush a monitorare le attività delle commissioni militari, ha dichiarato al Washington Post, in un articolo firmato da Bob Woodward il 14 gennaio 2009, che gli Stati Uniti hanno usato la tortura per ottenere informazioni da alcuni prigionieri.  Secondo la Crawford, “le procedure seguite per gli interrogatori dei detenuti sono una macchia sulla reputazione degli Stati Uniti e sul suo sistema giudiziario militare.”

Obama ha ripetuto qualche giorno fa, l’intenzione di chiudere Guantanamo, ma non è certo che ci riuscirà nei primi 100 giorni della sua presidenza.  Il presidente eletto è stato informato che fra i detenuti ci sono diversi pericolosi nemici degli Stati Uniti, fra cui alcuni che si sono macchiati di orrendi crimini.  Il 13 gennaio 2009, il Pentagono ha annunciato che almeno 61 ex-detenuti sono tornati a combattere contro gli Stati Uniti, dopo essere stati rilasciati da Guantanamo.

Obama deve salvaguardare la sicurezza americana senza violare lo stato di diritto.  La chiusura di Guantanamo e il divieto di usare la tortura in qualsiasi fase della carcerazione sono due passi obbligatori per Obama, specialmente se vuole convincere gli Europei e i paesi islamici che è in atto una profonda discontinuità con l’era di George W. Bush, e che l’America crede profondamente nei diritti enunciati dai suoi padri fondatori.

Autore: Tony Quattrone

Tony Quattrone è stato eletto rappresentante del Partito Democratico USA in Italia dal marzo 2015 al marzo 2017 (Democrats Abroad Italy-Chair). Ora vive a Houston, Texas, dove milita nel Partito Democratico della Contea di Harris. Ha vissuto in Italia per quasi 50 anni, dove ha lavorato prima per i programmi universitari del Dipartimento della Difesa USA, e poi come Capo delle Risorse Civili del Comando NATO di Napoli. Ha pubblicato oltre 200 articoli in italiano per diverse testate (Quaderni Radicali, Il Denaro, L'Avanti, ecc.) ed è stato intervista più volte dalla RAI e altre emittenti in Italia a proposito delle elezioni USA.