Obama batte Clinton in Louisiana, Nebraska, lo stato di Washington, e nelle Isole Vergini.

Anthony M. Quattrone

“Oggi, dalla West Coast alla Gulf Coast, fino al centro del cuore dell’America, gli elettori si sono alzati per dire ‘sì, possiamo farcela’”, ha affermato il senatore dell’Illinois, Barack Obama, dinnanzi ad una folla di sostenitori democratici ad una cena del partito a Richmond, Virginia, ieri sera, commentando la schiacciante vittoria ottenuta nelle primarie svolte in Louisiana, Nebraska, lo stato di Washington, e nelle Isole Vergini.

Obama ha ottenuto circa i due terzi dei voti in Nebraska e nello stato di Washington, il 90 percento nelle Isole Vergini, e circa il 57 percento in Louisiana. Con la vittoria in Louisiana, Obama ha completato il poker d’assi negli stati con un alto numero di votanti neri, già vincendo in Alabama, Georgia e Sud Carolina, e confermando così l’erosione del sostegno degli elettori neri per la senatrice di New York, Hillary Clinton.

Con le vittorie del 9 febbraio, secondo un calcolo della CNN, la conta dei delegati vede in testa Clinton con 1.100 contro Obama con 1.039. Secondo l’emittente americana, tuttavia, il vantaggio della Clinton è dovuto all’appoggio dichiarato di 223 super delegati, contro i 131 per Obama. Infatti, se si escludono i super delegati, Obama è in testa per 908 a 877, battendo la Clinton fra gli elettori democratici che hanno partecipato in gran massa nelle primarie svolte in 31 stati ed in alcuni territori USA.

I super delegati, che sono 796 e formano circa il 20 percento dei votanti nella Convention democratica del prossimo agosto, sono deputati, senatori, e dirigenti del partito democratico, mentre il restante 80 percento dei votanti sono i 3.253 delegati scelti, appunto, attraverso le primarie. Clinton gode di un vantaggio fra i super delegati, mentre, fino ad ora, Obama ha un lieve vantaggio fra i delegati eletti nelle primarie.

Il prossimo appuntamento per i democratici è oggi, quando si voterà nello stato del Maine, e sono in palio 34 delegati. Per il Maine non si sono svolti sondaggi recenti, ma gli osservatori prevedono una vittoria per la senatrice Clinton. Martedì 12 febbraio, ci saranno le primarie in Virginia, con 101 delegati, Maryland, con 98, e nel Distretto di Columbia (l’area geografica della capitale, Washington), con 34. Secondo i più recenti sondaggi, Obama è vincente in Virginia e nel Maryland, mentre per il Distretto di Columbia, dove non si svolti sondaggi recenti, gli osservatori prevedono una vittoria di Obama.

Fra i repubblicani, l’ex pastore battista ed ex governatore dell’Arkansas, Mike Huckabee, ha vinto le primarie del Kansas, ottenendo tutti 34 delegati in palio per quello stato, dove vige la regola del “winner takes all” (il vincitore prende tutto). Huckabee, con la vittoria di ieri, ha confermato il gradimento che gli è stato manifestato dagli elettori repubblicani in quegli stati dove la destra religiosa è influente. Huckabee ha già vinto in Alabama, Georgia, Iowa, Tennessee, West Virginia, e nel suo stato, l’Arkansas.

Nello stato di Washington, i repubblicani hanno una doppia tornata elettorale. Ieri, si sono svolti i caucus del partito, che vedono in lieve vantaggio il senatore dell’Arizona, John McCain. Il 19 febbraio si terranno anche le primarie dello stato, e solo dopo quella seconda tornata elettorale, ci sarà l’assegnazione ufficiale dei delegati per lo stato di Washington.

Nella terza competizione della giornata, in Louisiana, Huckabee è in vantaggio su McCain, ma, perchè nessuno dei due candidati è riuscito a superare la soglia del 50%, secondo le regole del partito repubblicano della Louisiana, sarà un congresso del partito a decidere l’assegnazione dei delegati il prossimo weekend.

Il conteggio dei delegati repubblicani assegnati sino ad ora, secondo un calcolo della Associated Press, vede McCain in vantaggio con 719, contro 234 per Huckabee, e 14 per il deputato del Texas, Ron Paul. Secondo la CNN, anche se Huckabee vincesse tutte le competizioni rimanenti con il 50 percento del voto, contro McCain con il 40 percento, quest’ultimo otterrebbe abbastanza delegati da diventare il candidato repubblicano alle presidenziali USA.

Le vittorie di Huckabee fra gli elettori della destra religiosa impongono agli strateghi della campagna di McCain un’attenta analisi sulla necessità di trovare un punto d’incontro con l’ex pastore battista. Secondo molti osservatori, il ticket McCain presidente e Huckabee vice presidente si fa sempre più probabile, ed è, forse, l’unica soluzione per assicurare al senatore dell’Arizona il sostegno della destra religiosa.

Pubblicato il 10 febbraio su Agenzia Radicale.

Autore: Tony Quattrone

Tony Quattrone è stato eletto rappresentante del Partito Democratico USA in Italia dal marzo 2015 al marzo 2017 (Democrats Abroad Italy-Chair). Ora vive a Houston, Texas, dove milita nel Partito Democratico della Contea di Harris. Ha vissuto in Italia per quasi 50 anni, dove ha lavorato prima per i programmi universitari del Dipartimento della Difesa USA, e poi come Capo delle Risorse Civili del Comando NATO di Napoli. Ha pubblicato oltre 200 articoli in italiano per diverse testate (Quaderni Radicali, Il Denaro, L'Avanti, ecc.) ed è stato intervista più volte dalla RAI e altre emittenti in Italia a proposito delle elezioni USA.