Anthony M. Quattrone
Secondo due recenti sondaggi nazionali, il senatore dell’Illinois, Barack Obama, è, in questo momento, il candidato preferito fra gli elettori democratici. Il sondaggio condotto per il New York Times/CBS colloca Obama al 54 percento contro il 38 per la senatrice di New York, Hillary Clinton. Il sondaggio per la USA Today/Gallup, che conferma i risultati del Times, da il 51 percento per Obama, contro il 39 per Clinton.
Secondo il sondaggio condotto per il Times, la coalizione di Obama, che in un primo momento sembrava formata solo da giovani, da neri, e da progressisti benestanti, si è ampliata significativamente, ed è anche andata ad erodere una parte di quella che, in un primo momento, era base elettorale della Clinton. Il gradimento per Obama avanza fra tutti i gruppi demografici, dai liberal ai moderati, dai maschi alle donne, dai giovani agli anziani, e fra i diversi gruppi etnici e razziali.
Ora Obama può contare su due terzi dei maschi che votano nelle primarie democratiche, salendo dal 26 percento dello scorso dicembre, e sul 40 percento delle donne bianche, salendo dal 19 percento di dicembre. Tuttavia, in quest’ultimo gruppo il 51 percento continua a sostenere la Clinton. Obama è riuscito a guadagnare favore anche fra coloro che guadagnano meno di 50.000 dollari l’anno, salendo dal 35 percento di dicembre, all’attuale 48 percento di gradimento. Il 59 percento dei moderati del partito democratico ora sostiene Obama, contro il 28 percento di dicembre.
In breve, Obama è in crescendo fra i democratici, a spese della senatrice Clinton, anche fra i gruppi su cui si basava e si basa ancora la strategia elettorale della ex first lady.
I sondaggi condotti per il New York Times/CBS e per la USA Today/Gallup non sono, tuttavia, indicativi delle previsioni nelle prossime gare elettorali del 4 marzo quando saranno in palio 193 delegati nel Texas, 141 nell’Ohio, 21 nel Rhode Island, e 15 nel Vermont. Secondo il New York Times del 26 febbraio, i due candidati sono troppo vicini, da un punto di vista statistico, per poter formulare alcuna previsione. Tuttavia, secondo i sondaggi più recenti, Hillary Clinton è in vantaggio su Obama nel Texas per 47,5 percento a 46,8, e nell’Ohio per 49,6 a 41.
Dopo 40 consultazioni elettorali fra i democratici, fra cui undici vittorie consecutive per Obama (l’undicesima vittoria è fra i democratici americani all’estero), la conta dei delegati vede il senatore dell’Illinois in vantaggio con 1.374 contro 1.275 per Clinton. Mentre Obama gode di un vantaggio per 1.193 delegati contro 1.034 fra i delegati scelti dagli elettori, la Clinton è in vantaggio fra i super delegati, per 241 a 141 su Obama. I super delegati, formati da parlamentari, governatori e dirigenti del partito democratico, formano circa il 20 percento di coloro che hanno il diritto al voto durante la Convention democratica del prossimo agosto, quando sarà scelto, ufficialmente, il candidato democratico.
Nel frattempo, il senatore del Connecticut, Chris Dodd, dopo aver abbandonato la gara la nomina presidenziale democratica, ha deciso di dare il suo sostegno ufficiale a Barack Obama, aggiungendo il suo nome ad una folta schiera di democratici di statura nazionale che hanno deciso di appoggiare apertamente il senatore nero dell’Illinois.
Un consulente politico della campagna elettorale della Clinton, Harold Ickes, ha apertamente dichiarato, durante una colazione con i giornalisti qualche giorno fa, che “se perdiamo nel Texas e nell’Ohio, la signora Clinton dovrà decidere se andare avanti o fermarsi”. Secondo Ickes, è improbabile che la Clinton possa ottenere la maggioranza dei delegati scelti attraverso il sistema delle primarie, e dovrà, pertanto contare sul voto dei super delegati per poter superare Obama. I commenti di Ickes sono considerati dalla stampa americana come il primo segno tangibile della forte preoccupazione all’interno dell’organizzazione elettorale della Clinton. Le difficoltà incontrate dagli strateghi della Clinton sono forse maggiori di quanto si poteva prevedere solo sei mesi fa, quando la senatrice di New York era considerata la favorita in assoluto per la nomina democratica. Le primarie del 4 marzo, pertanto, sembrano essere diventate decisive per determinare chi sarà il candidato presidente per i democratici.
Pubblicato su Agenzia Radicale il 27 febbraio 2008.