McCain balza in avanti nei sondaggi nazionali contro Obama e Clinton

Anthony M. Quattrone

Con quasi 26 milioni di americani che fino ad ora hanno votato nelle primarie democratiche, il senatore dell’Illinois, Barack Obama, conduce con un vantaggio di oltre 700mila voti popolari sulla senatrice di New York, Hillary Clinton. Il sistema adottato dal partito democratico per le primarie si basa sul proporzionale, e, pertanto, Obama conduce anche nell’assegnazione dei delegati con 1.406 contro 1.249 per la Clinton. Rimangono ancora da assegnare 598 delegati attraverso le ultime dieci consultazioni elettorali. Dei 796 superdelegati, per il momento si sono schierati 250 per Hillary Clinton e 214 per Barack Obama, con 261 che non si sono ancora pronunciati, e 71 che devono ancora essere nominati dal partito.

Nessuno dei due candidati democratici riuscirà a raggiungere i 2.025 delegati necessari per ottenere la nomination senza contare sul voto dei superdelegati. Secondo un’analisi pubblicata da Politico.com, a firma di Avi Zenilman, la senatrice Clinton ha perso circa il 60 percento dei superdelegati durante il corso dell’ultimo mese, e ora Obama è riuscito a raggiungere il pareggio con la Clinton per quanto riguarda il voto dei deputati, dei senatori e dei governatori.

Fra i superdelegati, il senatore Obama ha incassato il 21 marzo il sostegno ufficiale da parte del governatore del New Mexico, Bill Richardson, uno degli otto candidati iniziali per la candidatura democratica. Il sostegno di Richardson è particolarmente importante per Obama per due motivi. In primo luogo, Richardson è un ispano-americano con grande influenza nella comunità latina, la quale, secondo gli analisti americani, è generalmente considerata parte della base elettorale di Hillary Clinton. In secondo luogo, Richardson è un superdelegato con grande capacità di persuadere altri superdelegati a votare per Obama. La campagna elettorale della senatrice di New York sperava di ottenere l’appoggio di Richardson, specialmente alla luce dell’amicizia di quest’ultimo con i Clinton. Il governatore del New Mexico, infatti, aveva lavorato per il presidente Bill Clinton prima come ambasciatore americano presso le Nazioni Unite, e poi come ministro dell’energia.

Mentre il Dipartimento di Stato deve ancora fare piena luce sulla violazione dell’accesso ai dossier relativi ai passaporti di Obama, Clinton, e del candidato repubblicano alle presidenziali, il senatore dell’Arizona, John McCain, la stampa USA è concentrata sulle possibili conseguenze che il rapporto fra Barack Obama e il controverso pastore Jeremiah Wright può avere sui risultati elettorali. Il reverendo Wright è andato in pensione all’inizio di quest’anno dopo aver condotto per 36 anni il Trinity United Church of Christ di Chicago, la chiesa cui ha aderito Barack Obama nel 1980, agli inizi del suo impegno nel sociale, primo di frequentare Harvard. Il reverendo Wright ha celebrato le nozze di Obama e ha battezzato le sue figlie. Wright, in diverse occasioni, ha fatto dichiarazioni che, secondo i critici di Obama, sono caratterizzate da antiamericanismo, antisemitismo, e razzismo nei confronti dei bianchi. Obama ha criticato alcune dichiarazioni del pastore, ma, secondo i critici, non si è distanziato né abbastanza né in modo convincente.

Intanto, mentre i democratici continuano a farsi battaglia durante le primarie, il candidato repubblicano, John McCain, registra il favore nella media dei sondaggi nazionali più recenti per quanto riguarda il confronto diretto contro Obama e la Clinton. Nello scontro diretto contro Obama, McCain è vincente, in media, per 45,9 a 44,6, con 6,2 percento di indecisi. Nel confronto diretto con la Clinton, McCain è vincente, in media, per 46,4 a 45,6 con 6 percento di indecisi. Il richiamo della direzione del partito democratico a trovare l’unità dei democratici e a scegliere il candidato presidente al più presto, diventa particolarmente urgente davanti a questi dati nazionali.

Pubblicato il 25 marzo 2008 su Agenzia Radicale.

Autore: Tony Quattrone

Tony Quattrone è stato eletto rappresentante del Partito Democratico USA in Italia dal marzo 2015 al marzo 2017 (Democrats Abroad Italy-Chair). Ora vive a Houston, Texas, dove milita nel Partito Democratico della Contea di Harris. Ha vissuto in Italia per quasi 50 anni, dove ha lavorato prima per i programmi universitari del Dipartimento della Difesa USA, e poi come Capo delle Risorse Civili del Comando NATO di Napoli. Ha pubblicato oltre 200 articoli in italiano per diverse testate (Quaderni Radicali, Il Denaro, L'Avanti, ecc.) ed è stato intervista più volte dalla RAI e altre emittenti in Italia a proposito delle elezioni USA.