Hillary Clinton a Bruxelles: L’Europa è un partner essenziale

Diana De Vivo (da Bruxelles)

Tempi duri per l’Amministrazione statunitense, tempi in cui al centro dell’Europa si percepisce l’esigenza di una partnership globale. Tempi di programmazione, di priorità politiche, di rinsaldare nuovi legami, di rispondere prontamente alle nuove sfide.

“Stringenti i tempi, altrettanto imponenti le sfide” ha ribadito il Segretario di Stato americano Hillary Clinton nel corso dell’incontro informale tenutosi il 5 ed il 6 Marzo a Brussels con Javier Solana, Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune, Benita Ferrero-Waldner, Commissario europeo per le Relazioni Esterne, Karel Schwarzenberg, Ministro degli esteri della Repubblica Ceca, a cui è attualmente assegnata la Presidenza dell’Unione e Carl Bildt, Ministro degli esteri svedese, paese che presiederà l’Ue a partire da Luglio.

La Clinton ha confermato che il Presidente Obama parteciperà al Summit informale tra Stati Uniti e Ue previsto per il 5 Aprile a Praga: “President Obama and I intend to energise the transatlantic relationship and to promote a strong European Union”, afferma il Segretario di Stato, “the EU is a union of friends and allies, we derive strength from each other.”

Il Summit US-UE seguirà il meeting del G20 che si terrà a Londra il 2 Aprile 2009 e la celebrazione del 60° anniversario della NATO prevista per il 3 ed il 4 Aprile a Strasburgo, in Francia, ed a Kehl/Baden-Baden, Germania.

Schwarzenberg ha ribadito che durante il Summit di Praga ci si confronterà sulle seguenti priorità: Afghanistan, sicurezza energetica, cambiamenti climatici, Balcani e l’area che si estende dal mediterraneo al Mar Caspio.

A distanza di un mese dall’European Sustainable Energy Week (9-13 Febbraio 2009), in cui l’Unione ha evidenziato le linee guida in materia di cambiamenti climatici ed energia sostenibile per il 2020 (Pacchetto Clima/Energia), che prevedono una riduzione delle emissioni di CO2 del 20%, il 20% di risparmio energetico ed il 20% di energie rinnovabili, l’Amministrazione statunitense, promotrice di un nuovo “green deal”, non sembra bypassare tali obiettivi, in netta controtendenza con le politiche implementate dai predecessori.

“My Presidency will mark a new chapter in America’s leadership on climate change”, annunciò Obama durante un Summit sui cambiamenti climatici tenutosi in California, prediligendo quale Segretario per la politica energetica Steven Chu, premio Nobel per la Fisica nel 1997, e direttore del Lawrence Berkeley National Laboratory, leader nel campo della ricerca sulle fonti energetiche rinnovabili, tra cui la biomassa e l’energia solare.

“Tra gli Usa è l’Europa è necessaria una cooperazione ad alto livello. Io ed il Presidente Obama intendiamo ravvivare le relazioni transatlantiche e promuovere un’Europa forte, poichè un’Europa forte è un partner forte per gli Usa”, ha sostenuto la Clinton.

Sul fronte NATO il Segretario di Stato Usa ha ben più di una volta ribadito l’esigenza di un coordinamento nei differenti scenari sensibili, quali Afganistan, in cui è presente la missione europea EUPOL e Kosovo, in cui l’EULEX (European Union Rule of Law Mission in Kosovo) è succeduta, dopo 9 anni, alla missione promossa dalle Nazioni Unite (UNMIK).

Non sottovalutato, nel quadro delle relazioni internazionali, il ruolo della Russia: “Lavoreremo insieme per incoraggiare la Russia a svolgere un ruolo costruttivo sul piano internazionale” hanno affermato di concerto la Clinton e Schwarzenberg, delineando un approccio non dissimile nei confronti dell’Iran, “un approccio determinato, coordinato, multilaterale”.

“Europe and the United States are united in a shared vision of the kind of future that we hope to realise.” A dispetto della crisi economica che ha spinto il mondo in una spirale recessiva, “Europe has never been more prosperous and secure”, ribadisce la Clinton. Ed ha aggiunto: “I’m confident that we are up to the task” “we don’t have a choice: we have to come together”.

Lontani anni luce dal dilemma del prigioniero, la cooperazione e la fiducia reciproca sono l’innegabile presupposto di un approccio multilaterale durevole.

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