Anthony M. Quattrone
La sinistra del partito democratico americano è in rivolta contro il presidente Barack Obama. Alcune decisioni che il Presidente ha preso dopo la sconfitta del suo partito nelle elezioni di un mese fa hanno messo in allarme i liberal, che oggi hanno dato inizio alla campagna “rivogliamo Obama”. La sinistra liberal accusa il presidente di essersi rimangiato alcune importanti promesse fatte in campagna elettorale.
La decisione di Obama, resa pubblica il 29 novembre 2010, di congelare gli stipendi dei dipendenti civili del governo federale, seguita dalla notizia del giorno dopo, secondo cui il presidente sembrerebbe intento a non abrogare le agevolazioni fiscali per i maxi redditi approvate dal suo predecessore, hanno provocato la dura reazione della sinistra del partito.
Secondo i liberal, il congelamento degli stipendi di tre milioni di civili del governo federale per il 2011 e il 2012 è un’operazione di facciata, atta solo a soddisfare la destra repubblicana, la quale è caratterizzata da posizioni liberiste e antistataliste. L’apparente obiettivo è quello di ridurre il debito pubblico attraverso un risparmio di circa due miliardi di dollari nel 2011, raggiungendo un risparmio di circa 28 miliardi nei prossimi cinque anni e di circa 60 miliardi nell’arco di dieci anni. La sinistra liberal accusa Obama di poca chiarezza perché il risparmio previsto non è altro che una goccia nel mare del disavanzo americano, e i due miliardi di dollari che si risparmierebbero nel 2011 sono nulla rispetto ad un bilancio federale stimato in circa 3.830 miliardi di dollari per il prossimo anno. Per la sinistra liberal, l’iniziativa di Obama punisce i lavoratori federali e renderà l’impiego pubblico americano ancora meno attraente. Secondo dati provenienti dallo stesso governo americano, gli stipendi dei dipendenti federali sono inferiori di circa 22 percento rispetto ai lavoratori che svolgono pari mansioni nel settore privato. Leggi tutto l’articolo