Anthony M. Quattrone
Abbiamo atteso 45 anni per vedere un politico americano riempire le strade di una grande capitale dell’Europa occidentale piena di sostenitori e simpatizzanti con tante bandiere americane, e non di contestatori anti-americani pronti a lanciare bombe molotov e bruciare il vessillo a stelle e strisce. Secondo la polizia di Berlino, oltre 200 mila persone hanno riempito la Tiergarten Park e la strada che collega la Colonna della Vittoria alla storica porta di Brandenburgo, per ascoltare il primo discorso del tour europeo del candidato democratico alla presidenza Usa, il senatore dell’Illinois, Barack Obama.
Il 28 giugno del 1963, il 35mo presidente degli Stati Uniti, John F. Kennedy, pronunciò uno storico discorso dinnanzi a 120 mila berlinesi, da un balcone del municipio della Berlino libera, la Schöneberg Rathaus, dichiarando che “tutti gli uomini liberi, ovunque si trovino, sono cittadini della libera Berlino. E pertanto, come uomo libero, mi vanto di pronunciare le parole ‘Ich bin ein Berliner’ (ndt: io sono un berlinese)”. Obama non ha detto niente di altrettanto storico e eclatante il 24 luglio nel discorso che ha tenuto a Berlino, ma ha saputo dare un chiaro e convincente messaggio all’Europa: se diventerà il nuovo presidente americano, la musica da Washington cambierà, perché l’America di Obama è quella della solidarietà con chi soffre, della giustizia sociale, delle pari opportunità, ma anche l’America che si dona completamente e generosamente nella lotta per la libertà, cioè l’America che la gran parte degli europei ama.
Nel suo discorso Obama ha toccato i principali temi della politica estera americana, spaziando dalla guerra al terrorismo, alla questione del nucleare in Iran, e la guerra in Iraq, evitando di criticare direttamente sia il presidente in carica, George W. Bush, sia il candidato repubblicano, il senatore dell’Arizona, John McCain. Anche se Obama ha preso atto che non sempre gli Usa hanno agito nel migliore dei modi, ha voluto ribadire il suo patriottismo prendendo atto che “il mio Paese non è perfetto. Ci sono state occasioni in cui abbiamo dovuto lottare per i nostri diritti. Abbiamo fatto degli errori. Ma questo non diminuisce l’amore che ho verso la mia Patria”. Leggi tutto l’articolo!