Anthony M. Quattrone
A poco meno di 48 ore dal Super Tuesday del 5 febbraio, quando si svolgeranno le primarie in 22 stati per i democratici e in 19 per i repubblicani, la Gallup ha pubblicato i risultati di un sondaggio nazionale, che vedrebbe fra i democratici la senatrice di New York, Hillary Clinton, e il senatore dell’Illinois, Barack Obama, sostanzialmente alla pari, con 46 e 44 percento rispettivamente, con un margine di errore di 3 punti percentuali, e il senatore dell’Arizona, John McCain, consolidare il suo vantaggio fra i repubblicani, sull’ex governatore del Massachusetts, Mitt Romney, con un solido 43 a 24, ben oltre il margine di errore, seguiti dall’ex governatore dell’Arkansas, Mike Huckabee, con 18 punti. Il sondaggio della Gallup si riferisce a dati nazionali raccolti fra il 31 gennaio e il 2 febbraio, e non deve essere confuso con i sondaggi specifici per le primarie del Super Tuesday, dove, in particolare in casa repubblicana, le lunghezze fra McCain e Romney sono meno distanti.
Secondo gli analisti, fra i democratici il ritiro dell’ex senatore del Nord Carolina, John Edwards, ha favorito maggiormente Obama, il quale è riuscito a colmare, a livello nazionale, lo svantaggio nei confronti della Clinton, che a metà gennaio, sempre secondo la Gallup, era in vantaggio di 12 punti, per 45 a 33 percento. Edwards, tuttavia, non ha preso posizione a favore di uno dei due candidati ancora in gara, ma ha chiesto ai suoi sostenitori di lavorare per una vittoria democratica a novembre.
Fra i repubblicani, sia McCain, sia Romney hanno fatto passi in avanti rispetto a metà gennaio, guadagnando 12 punti il primo e 13 il secondo, mentre Huckabee è sostanzialmente fermo, perdendo un punto. Sembrerebbe che il ritiro dell’ex sindaco di New York, Rudi Giuliani, e dell’ex senatore del Tennessee, Fred Thompson, che insieme totalizzavano il 22 percento dei consensi nazionali, hanno favorito sia McCain, sia Romney. Mentre Thompson non ha dato il suo sostegno formale a nessuno dei candidati ancora in gara, Giuliani sta ufficialmente appoggiando McCain, e ha chiesto ai suoi sostenitori di votarlo.
Cose c’è in palio nel Super Tuesday? Per i democratici sono in palio 2.088 dei 4.049 delegati che voteranno alla Convention democratica che si terrà a fine agosto. I delegati in palio il 5 febbraio possono essere conquistati in 24 diverse competizioni, che si svolgeranno in 22 stati, il territorio della Samoa Americana, e fra i Democrats Abroad (gli iscritti all’organizzazione ufficiale dei democratici all’estero). Per i repubblicani, il 5 febbraio sono in palio 1.069 dei 2.380 delegati che voteranno nella Convention repubblicana ai primi di settembre. I delegati repubblicani potranno essere conquistati in 19 competizioni statali.
Ogni competizione segue regole diverse, che variano dal maggioritario al proporzionale, e in alcuni casi, per i repubblicani, vige anche “l’asso piglia tutto”, dove tutti i delegati dello stato vanno a chi vince. In breve, alla fine della giornata del 5 febbraio, un candidato potrebbe avere una maggioranza di voti popolari, ma ottenere meno delegati dell’avversario. Per questo motivo, i sondaggi “cumulativi” per le competizioni del 5 febbraio vengono utilizzati solo per dare delle indicazioni generali. Tuttavia, gli analisti saranno particolarmente attenti nell’osservare l’andamento negli stati con più delegati. Per i democratici, gli stati con più delegati sono la California, con 441 delegati, New York, con 281, l’Illinois, con 185, New Jersey, con 127, Massachusetts, con 131, e Giorgia, con 103. Per i repubblicani, gli stati con il maggior numero di delegati sono la California, con 173, e New York con 101.
Fino a questo momento, fra i democratici Hillary Clinton ha 470 delegati, contro 317 per Obama, e 26 per Edwards (che saranno assegnati ai candidati ancora in gara ), dei 2.025 delegati che servono per vincere. Fra i repubblicani, McCain ha 93 delegati, Romney ha 77, e Huckabee ha 40, dei 1.191 che servono per vincere.
Il Super Tuesday non investirà nessun candidato con la nomina del suo partito, ma determinerà come continuerà la battaglia fra la Clinton e Obama, fra i democratici, e forse determinerà se, fra i repubblicani, Huckabee continuerà la sua corsa, o se deciderà di farsi da parte e aspirare a fare il vice presidente a McCain, come alcuni giornali speculano. Il sostegno di Huckabee, il quale è particolarmente benvoluto dalla destra religiosa, potrebbe essere estremamente utile a McCain, che non gode del favore dell’ala più oltranzista del partito repubblicano. Si vedrà fra 48 ore.