Pupilli di Robert Rubin e Brent Scowcroft all’economia e alla politica estera
Anthony M. Quattrone
Il presidente eletto degli Stati Uniti, Barack Obama, lavora alla costruzione del nuovo governo, cercando di bilanciare il mandato che ha ricevuto dal paese per effettuare una trasformazione della politica di Washington con la necessità di affidare i dicasteri più delicati a politici e professionisti di acclamata esperienza. L’attenzione degli osservatori internazionali si concentra su due settori della futura amministrazione americana, vale a dire, quella dell’economia e quella della politica estera. Gli altri dicasteri, come l’istruzione pubblica, l’energia, il lavoro, e la giustizia sono al centro di dibattiti all’interno del paese, e daranno la possibilità al futuro presidente di creare spazi per interventi bipartisan, oltre a soddisfare le richieste da parte di quelle frange più interessate alle politiche sociali e maggiormente attente ai temi dei diritti civili.
Secondo gli osservatori americani, le scelte di Obama per la composizione della squadra economica sembrerebbero essere indirizzate nei confronti dei pupilli di Robert Rubin, mentre per la politica estera, sono i pupilli di Brent Scowcroft a fare la parte del leone. Rubin è stato uno dei maggiori consiglieri economici del presidente Bill Clinton, ricoprendo anche la carica di segretario del Tesoro dal 1995 al 1999. Scowcroft, un generale in pensione dell’aviazione Usa, è stato un consigliere repubblicano per la sicurezza nazionale del governo di Gerald Ford e poi di Bush padre, ma ha apertamente e pubblicamente criticato la politica estera dell’attuale presidente George W. Bush, definendo l’invasione dell’Iraq e la successiva cattiva gestione del dopo guerra, un disastro per la lotta contro il terrorismo.
Nel presentare i consiglieri economici che lo aiuteranno nel gestire l’economia americana, Obama ha dichiarato, durante una conferenza stampa a Chicago il 24 novembre, di aver scelto dei leader che possono offrire “un modo di pensare fresco, nuovo”. La nuova squadra economica, secondo Obama, dovrà agire immediatamente per sfruttare le opportunità d’intervento che l’attuale crisi presenta, sviluppando “un piano di stimolo all’economia che dia uno scossone al sistema per farlo tornare in forma”. Gli osservatori americani e gli organi d’informazione descrivono i membri della nuova squadra economica come dei visionari, brillanti, acuti ed energici. Anche Wall Street ha reagito bene alle scelte di Obama, chiudendo lunedì in forte rialzo.
La squadra economica di Obama sarà composta di cinque attori principali. Il quarantasettenne Timothy Geithner, l’attuale direttore della Federal Reserve di New York sarà il prossimo segretario al Tesoro. Al consiglio economico nazionale della Casa Bianca andrà Lawrence Summers, 54 anni, ex segretario al Tesoro dell’ultima amministrazione di Bill Clinton e attuale professore della Harvard University. Il consiglio economico nazionale coordina la formulazione della politica economica nazionale e internazionale, assicurandosi che le decisioni ed i programmi delle varie agenzie e dipartimenti federali sono in linea con gli obiettivi e l’agenda politica del presidente.
Christina Romer, 50 anni, dottorato dalla prestigiosa Massachusetts Institute of Technology e professoressa di economia alla University of California a Berkeley, è stata scelta per dirigere il Council of Economic Advisors (CEA), il comitato dei consiglieri economici del presidente, composto di tre membri nominati dal presidente, è sostenuto da uno staff composto di venti accademici economisti e tre esperti di statistica. Melody Barnes, un legale newyorchese appartenente all’organizzazione liberale, il Center for American Progress, sarà la direttrice del Consiglio per la politica interna.
E’ attesa anche la nomina del quarantenne Peter Orszag, attuale capo dell’ufficio Bilancio del Congresso dal gennaio 2007, alla carica di direttore dell’ufficio di Management e Bilancio (OMB). La OMB è composta di 500 persone, di cui la maggioranza sono funzionari governativi di carriera, mentre altri sono nominati dal presidente in carica. Il direttore della OMB ha il rango di ministro e fa parte del gabinetto del presidente, mentre lo staff dell’ufficio è parte integrante dell’ufficio dell’esecutivo, e, attraverso i funzionari di carriera, deve garantire la continuità istituzionale fra le diverse amministrazioni politiche che si susseguono al governo del Paese.
Yochi Breazen e Siobhan Groman scrivono sul Wall Street Journal del 24 novembre che la squadra responsabile per la politica estera e la sicurezza nazionale del futuro governo Obama potrebbe essere composto di diversi membri legati a Scowcroft. Obama potrebbe riconfermare alla Difesa un pupillo di Scowcroft, l’attuale segretario, il repubblicano Robert Gates, mentre potrebbe nominare un altro, Richard Haass, attualmente responsabile per il Council on Foreign Relations, ad un posto di rilievo nel Consiglio per la sicurezza nazionale, il dipartimento di Stato, o in uno degli apparati dell’intelligence. Altri repubblicani legati a Scowcroft, come Colin Powell, l’ex segretario di Stato del primo governo di George Bush, e il senatore dell’Indiana Richard Lugar, sono vicini ad Obama, e potrebbero ricoprire ruoli nella nuova amministrazione. Secondo Lugar, “Obama ha dimostrato di avere una visione pragmatica della politica estera americana”, avvicinandolo molto alle posizioni “realiste” della scuola di Scowcroft. Gli anni di Bush, secondo Scowcroft, sono stati molto difficili perchè “l’umore generale dell’amministrazione Bush è stata una combinazione di idealismo e autoaffermazione, e se le ultime elezioni presidenziali fossero state fatte per giudicare la politica estera, allora si può dire che questa politica è stata rigettata a favore del realismo”.
Entro la fine di questa settimana potrebbero essere confermate le voci sulla nomina di Hillary Clinton come segretario di Stato, e dell’ex Comandante Supremo militare dell’Alleanza Atlantica, il generale dei Marines, James L. Jones, come Consigliere per la sicurezza nazionale. Con Clinton e Jones la squadra per la politica estera americana avrà un’impronta sicuramente realista, attenta alla prassi della consultazione internazionale, e multilaterale in caso d’intervento militare.
Nei 56 giorni che mancano all’inaugurazione del governo Obama l’America dovrà riconvertirsi sia per quanto riguarda la visione economica, passando dal dominio di Wall Street a quello della Main Street, sia per quanto riguarda la politica estera, passando dall’idealismo al pragmatismo. Durante questo periodo si capirà quanto sarà bravo Obama a trasformarsi da abile politico capace di vincere in modo magistrale le elezioni, a vero leader, capace di guidare il paese fuori dalla crisi economica, e a far riguadagnare all’America il rispetto perduto nel mondo durante gli ultimi otto anni. Dalle premesse,e dalle scelte dei collaboratori che sta effettuando, è opinione bipartisan che Obama stia sulla buona strada.