Anthony M. Quattrone
Questa settimana il presidente Usa, Barack Obama, è sceso in campo in prima persona per assicurare che la riforma del sistema sanitario americano vada finalmente in porto. Il 22 febbraio scorso, il presidente ha annunciato che la Casa Bianca aveva sviluppato una nuova proposta di riforma, per superare l’impasse creata dalla incapacità della Camera dei rappresentanti e del Senato americano, entrambe a maggioranza democratica, di arrivare ad un compromesso sulle due versioni licenziate rispettivamente il 7 novembre e il 24 dicembre dello scorso anno. Secondo il sito Internet della Casa Bianca, la nuova proposta di Obama sintetizza gli aspetti condivisi delle versioni delle due Camere, e aggiunge una decina di punti già proposti da legislatori repubblicani, ma non recepiti nei due testi del Congresso. Ieri, il presidente degli Stati Uniti ha ospitato un dibattito fra deputati e senatori democratici e repubblicani, dinnanzi alle telecamere, cercando di creare il consenso necessario per portare le due Camere ad una sollecita approvazione della riforma. Fra qualche giorno si saprà se l’intervento presidenziale ha avuto successo.
Obama vorrebbe sfruttare anche le notizie che arrivano dai sondaggi sulla frustrazione che i cittadini americani manifestano nei confronti del Congresso, per gli ostacoli interposti dai senatori e deputati nei confronti delle maggiori proposte del presidente. Secondo un sondaggio condotto per la Cnn/Opinion Research Corp fra il 12 e il 15 febbraio 2010, la maggioranza degli americani vorrebbe che i democratici facessero il primo passo per trovare un accordo con i repubblicani, cedendo su alcuni punti controversi. Lo stesso sondaggio rileva, tuttavia, che secondo il 67 per cento degli intervistati i repubblicani non fanno abbastanza per collaborare con la Casa Bianca di Obama. Durante la settimana che sta per finire, la Cnn ha messo in onda una trasmissione intitolata “Broken Government” (governo allo sbando), sottolineando la percezione da parte dell’americano comune che Washington, ed in particolare il Congresso, è incapace di risolvere i problemi reali del Paese.
Forse proprio per rispondere alle critiche che arrivano dagli elettori, il Senato ha approvato martedì scorso, a tempo di record, una misura per ridurre la pressione fiscale sulle piccole e medie imprese che assumono chi ha perso il lavoro da oltre sessanta giorni e per finanziare alcuni lavori pubblici per le infrastrutture. I democratici hanno potuto contare anche sul voto di tredici senatori repubblicani, dando alla “jobs bill” (misura per il lavoro) una maggioranza bipartisan di settanta senatori a ventotto. Ora la legge passa alla Camera per l’approvazione finale prima della firma di Obama. Leggi tutto