L’ora della verità — un autunno pieno di sfide per Obama

Anthony M. Quattrone

U.S. President Barack Obama shakes hands after a town hall meeting on healthcare inside a hangar at Gallatin Field in Belgrade, Montana, August 14, 2009. REUTERS/Larry Downing
U.S. President Barack Obama shakes hands after a town hall meeting on healthcare inside a hangar at Gallatin Field in Belgrade, Montana, August 14, 2009. REUTERS/Larry Downing

Il presidente americano è in ferie in questo momento, godendosi un meritato ma breve periodo di riposo con la sua famiglia.  E’ riuscito ad incassare, prima della pausa estiva del Congresso la conferma della giudice Sonia Sotomayor alla Corte suprema.  La Sotomayor è il primo giudice di origine ispanica ed è la terza donna ad approdare alla massima corte americana.  La nomina della Sotomayor, ottenuta il 6 agosto 2009, con una larga maggioranza di 68 senatori contro 31, ha visto ben 9 repubblicani votare assieme ai 59 democratici presenti in aula (il sessantesimo democratico, Ted Kennedy, era assente a causa delle sue gravi condizioni di salute), facendo sperare che Obama potesse ancora ottenere anche l’appoggio dei repubblicani più moderati nelle iniziative politiche che andranno dibattute al ritorno dalle ferie.

Non è certo che Obama riesca ad ottenere un appoggio bipartisan nella formulazione di un piano per la riforma del sistema sanitario.  E’ stato già particolarmente difficile per i democratici ricucire le divisioni interne al partito su come finanziare la riforma sanitaria.  La componente fiscalmente conservatrice del partito non ha esitato a bloccare qualsiasi proposta di riforma che prevedeva un aumento del deficit statale, e il possibile aumento delle tasse per i contribuenti.  Obama avrebbe voluto licenziare la riforma prima della pausa estiva del Congresso, ma dovrà considerarsi fortunato se riuscisse a portare a termine il progetto entro la fine dell’anno.  Ai primi di agosto, la maggioranza democratica della Camera ha votato a favore di un pacchetto di proposte per riformare il sistema sanitario, riuscendo ad alienare sia i repubblicani sia la componente liberal della sinistra del partito democratico.  Il Senato, invece, ha affidato il compito di sviluppare una proposta condivisa di riforma ad un gruppo di sei senatori, tre democratici e tre repubblicani, già soprannominati la “banda dei sei”.

Gli strateghi democratici hanno fatto notare ad Obama che, ad ogni incontro aperto al pubblico sul tema della riforma sanitaria, partecipano attivamente gruppi molto ben organizzati contrari a qualsiasi progetto che potesse togliere potere alle varie parti dell’industria medica.  Questi attivisti, probabilmente finanziati dalle diverse lobby dell’industria medica, stanno vincendo nella battaglia per convincere l’opinione pubblica ad opporsi al piano di riforma voluta dal presidente.  Il presidente ha incoraggiato, pertanto, gli attivisti democratici e coloro che sono a favore della riforma, di rimboccarsi le maniche, e di reagire con forza per smascherare eventuali provocazioni da parte delle lobby della sanità.  Obama ha incoraggiato i membri del Congresso a non rimanere passivi dinnanzi alle iniziative provocatorie da parte di coloro che vogliono bloccare qualsiasi tentativo di riforma. Leggi tutto l’articolo